[thumb:12632:l]Provincia. L’affluenza alle urne in provincia di Savona si ferma al 31,45%. Questo il dato registrato alle 22 di ieri. Finora, quindi, dei 247 mila cittadini savonesi chiamati alle urne, soltanto 75 mila elettori circa si sono recati ai seggi per esprimersi sui due candidati al ballottaggio per la presidenza dell’ente provinciale: Michele Boffa del centrosinistra e Angelo Vaccarezza del centrodestra.
L’affluenza al voto per i referendum ha fatto senare percentuali più basse: fra il 27,5% e il 28,3%. Il corpo elettorale chiamato alle urne per i tre quesiti, in questo caso, è di 232 mila persone. Un numero diverso rispetto al concomitante secondo turno delle amministrative, in quanto i savonesi residenti all’estero, potendo votare per il referendum per corrispondenza, non sono inclusi nelle liste.
Alle ore 7 di questa mattina sono stati riaperti i seggi, chee chiuderanno definitivamente alle ore 15. L’affluenza nazionale al referendum era alle 22 di ieri intorno al 16%: la consultazione sui quesiti promossi dal comitato di Guzzetta e Segni sembra destinata a non raggiungere il quorum del 50% più uno dei votanti.
Due aspetti che il referendum punta a cancellare e modificare della legge elettorale, fondata su un sistema proporzionale corretto con premio di maggioranza attribuito alla coalizione e che consente a uno stesso candidato di correre in più circoscrizioni. Chi vuole abrogare parte della legge, dovrà apporre un segno sul “Sì”, chi vuole mantenere la normativa vigente dovrà tracciare un segno sul “No”. Tre le schede per altrettanti quesiti: una viola, una beige e una verde. Quella viola e quella beige riguardano in sostanza la stessa materia, ma la prima di riferisce alla Camera e all’elezione dei deputati, la seconda al Senato e all’elezione dei senatori.
Ciò che si propone di abrogare, in entrambi i casi, è la possibilità di collegamento tra liste con l’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione più votata. Se dovessero vincere i “sì”, il premio di maggioranza andrebbe alla singola lista, e non più alla coalizione di liste, che ottiene più voti. Ci sarebbe poi un ulteriore effetto: si innalzerebbero le soglie di sbarramento e per ottenere rappresentanza parlamentare, le liste dovrebbero raggiungere il 4% alla Camera e l’8% al Senato. Il quesito della scheda verde riguarda invece le candidature e propone di abrogare la possibilità che una stessa persona possa candidarsi in più collegi contemporaneamente.