[thumb:12912:l]Liguria. E’ stato proclamato da Filcem Cgil, Flaei Cisl e Uilcem Uil uno sciopero dei lavoratori dell’Area Liguria dell’Enel, indetto per le prime due ore di lavoro di giovedì 25 giugno per salvaguardare i livelli occupazionali, la sicurezza dei lavoratori e per la continuità del servizio ai cittadini.
Continuerà inoltre lo stato di agitazione dei dipendenti liguri dell’azienda elettrica che, fino al 9 luglio, si asterranno del lavoro straordinario, ad eccezione di quello strettamente indispensabile per il mantenimento del servizio. Enel in regione occupa attualmente 637 lavoratori, di cui 335 impiegati e 302 operai, gestendo in concessione pubblica la distribuzione di energia, la manutenzione elettrica delle utenze pubbliche e private e la continuità del servizio con gli interventi sulle 24 ore per il ripristino dei guasti.
“Dopo diversi incontri infruttuosi con l’azienda su organici, sicurezza e investimenti – dichiara da Lucio Ottino, segretario generale Filcem Cgil – abbiamo deciso lo sciopero del 25 giugno. Vi sono situazioni ormai insostenibili dove gli impianti risalgono agli anni cinquanta e hanno bisogno continuamente di interventi e manutenzioni”. Non dissimile la posizione di Enrico De Nevi, segretario regionale Flai Cisl, che afferma: “Enel si sta completamente disinteressando degli organici e dell’efficienza della rete. Mancano gli investimenti: a livello nazionale si parla del meno 30%, con grandi ripercussione anche nella nostra regione”. “Abbiamo chiesto almeno 32 assunzioni a fronte di 130 carenze in organico, non ricevendo alcuna risposta” attacca Giuseppe Chiara, coordinatore regionale Uilcem Uil, che poi affonda: “Per quanto riguarda gli orari, l’accordo sindacale prevede che una settimana su quattro si dia la disponibilità per la reperibilità notte e giorno compresi. Ma oggi non è più possibile rispettare questa cadenza. Succede che chi fa il proprio turno debba coprire anche l’urgenza”
Le organizzazioni sindacali puntano inoltre il dito contro le esternalizzazioni selvagge, la grave carenza di personale, che dal 2004 ad oggi ha visto diminuire gli impiegati di 56 e gli operai di 130 unità, con una nuova assunzione ogni cinque pensionamenti, e la scarsa organizzazione del lavoro. Preoccupazione viene espressa anche per gli interventi di manutenzione su impianti ormai vecchi e pericolosi nelle zone dei centri storici ed in quelle rurali.