Savona, presentato il museo del Santuario

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[thumb:12474:l]Savona. E’ stato presentato il nuovo Museo del Santuario. Erano presenti la Presidente delle Opere Sociali di N.S. di Misericordia Donatella Ramello, l’Assessore Regionale alla Cultura Fabio Morchio, l’Assessore Comunale alla Cultura Ferdiando Molteni ed i Funzionari di zona della Sovrintendenza Ligure dott. Massimo Bartoletti e Arch. Rossella Scunza.

Il prossimo 3 luglio sarà inaugurato il nuovo Museo del Santuario, che comprende una selezione della ricca raccolta di ori, argenti, pitture, sculture lignee, paramenti sacri, ceramiche ed ex-voto per Nostra Signora, e la donazione di Eso Peluzzi, con oli, pastelli e disegni tra i più toccanti della sua opera, ispirati ai luoghi di devozione e di consolata sofferenza che sorgono intorno al Santuario. Il museo è accessibile dall’entrata della casa di riposo, con accoglienza-biglietteria, locale per il personale e guardaroba, saletta proiezioni e servizi.

Il progetto di risanamento conservativo e adeguamento impiantistico della sede storica del museo del Tesoro e il complessivo riordinamento museale in un percorso unitario con la sala Peluzzi che si trova allo stesso livello (al primo piano con affacci sulla piazza del Santuario), nonché la realizzazione di nuove vetrine, arredi, supporti espositivi, pannelli e apparati didascalici sono stati possibili grazie alla volontà e all’impegno di A.S.P. Opere Sociali di N. S. di Misericordia, della Diocesi di Savona-Noli e della Regione Liguria.

Il Santuario rappresenta una meta culturale di interesse che sconfina dal territorio comunale e provinciale: in un contesto naturale di vegetazione lussureggiante per l’abbondanza di acqua e la conformazione ombrosa e stretta della valle, è incastonato come un gioiello uno spazio urbano che riprende i temi rinascimentali della città ideale, reinterpretati in chiave barocca ad accentuarne il carattere scenografico di quella che Giulio Carlo Argan definì “la più bella piazza del savonese”.

Il progetto di ordinamento delle opere di arte sacra è curato dalla storica dell’arte Magda Tassinari con l’obiettivo di mettere in risalto la qualità di alcuni oggetti per privilegiare una lettura non quantitativa del patrimonio e assicurare la conservazione in depositi idonei delle opere temporaneamente non esposte, prevedendone la rotazione periodica. Il primo allestimento e il relativo primo sintetico catalogo risalgono al periodo 1955-59 sotto la direzione di Pasquale Rotondi, allora Soprintendente alle Gallerie della Liguria. Nel 1999 gli approfondimenti critici e storici sono confluiti nell’edizione del catalogo completo di 180 schede che descrivono le opere musealizzate, curato da Giovanna Rotondi Terminiello, figlia di Pasquale Rotondi. L’impostazione museografica di quest’ultimo aveva privilegiato una suddivisione tipologica degli oggetti esposti: due ambienti per i tessuti, una cella dei gioielli della Madonna, con gli argenti più preziosi, blindata come una cassaforte, una sala per le altre opere di oreficeria, il corridoio per gli ex-voto e i paliotti; mazze processionali, crocefissi e sculture lignee erano distribuite in ordine sparso.
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Il nuovo allestimento si colloca, senza apparati complessi, nella successione delle sale la cui distribuzione interna è stata conservata pur rivedendone gli accessi, il percorso di visita e l’immagine degli ambienti con la creazione di una grande apertura che riduce l’effetto angusto e buio che aveva il lungo corridoio. La sensazione che le vetrine trasmettono è quella di uno spazio unitario e trasparente, grazie anche al rapporto attentamente calibrato tra illuminazione naturale – tende filtranti – e artificiale – LED incorporati nelle mensole e nel cielo delle teche -. Queste ultime sono state sostituite mantenendo però l’impostazione originaria in modo che i tessuti e i diversi oggetti esposti risultino godibili da più lati, escludendo la frontalità di osservazione: i nuovi manufatti in legno laccato bianco e vetro rispondono alle esigenze di maggiore manovrabilità ai fini della pulibilità e manutenzione dei supporti interni e delle superfici vetrate, nonché per agevolare la collocazione e la rotazione degli oggetti esposti, e rispondono agli standard tecnico qualitativi più recenti, grazie appunto al sistema di illuminazione incorporato a LED. I rapporti dimensionali dello spazio architettonico esaltato dalla luce e dal bianco dominante, sulle pareti e sui leggeri profili della struttura lignea degli apparati espositivi (compresi quelli interni alla cella della corona e dei gioielli della Madonna), mira ad avvolgere e investire il visitatore della sacralità degli oggetti esposti, richiamando tradizioni e culture diverse che abbracciano cinque secoli, sia sul piano alto della storia socio politica, sia sul piano quotidiano delle vicende personali (ogni ex voto è un racconto di fede), sollecitando riflessioni personali sull’identità del Santuario, così come si è formata ed arricchita dal XVI secolo ad oggi. Il bianco, in particolare, rimanda a significati liturgici e, nello stesso tempo, esalta i brillii delle oreficerie e i colori splendidi dei ricami a fili d’oro e argento su taffettà e velluti, isolandoli nello spazio e ponendoli alla contemplazione e alla riflessione individuale di chi percorre le sale.

Il filo conduttore è quello della presentazione delle opere raggruppate per la provenienza dai donatori illustri, secondo un criterio cronologico. Lungo il corridoio si ammirano in corretta successione, secondo le stazioni della Via Crucis ivi rappresentate, tutte le quindici mazze processionali e il trono di Pio VII.

Il progetto ha perseguito gli obiettivi di qualità indicati a livello nazionale e regionale , in particolare: la disponibilità, la flessibilità, l’attrezzabilità, la funzionalità, la controllabilità, la manutenibilità, l’accessibilità e la riconoscibilità degli elementi strutturali e caratterizzanti il museo, nonché la sicurezza nel più largo spettro delle sue accezioni (ambientale, strutturale, nell’uso, antincendio, anticrimine).

Per citare alcuni esempi, si sono rispettate le indicazioni circa l’illuminamento massimo raccomandato per i tessuti, che sono gli oggetti più fragili della raccolta, con conseguente prevista rotazione degli oggetti esposti e impiego di sistemi di accensione settorializzata in presenza di pubblico. L’umidità relativa è assicurata da opere edilizie di deumidificazione e dall’impianto di climatizzazione installato nel corso dei lavori di ristrutturazione (prima dei quali non era presente neanche un sistema di riscaldamento).