[thumb:9901:l]Savona. La libreria Ubik di corso Italia a Savona ospiterà, mercoledì 8 aprile alle ore 17,30, un incontro con il teorico di “rifiuti zero”, Paul Connett. “Rifiuti Zero, una strategia realizzabile anche a Savona” è il tema del dibattito.
Paul Connett, ideatore di una strategia secondo la quale tutti i materiali dovranno essere riciclabili al 100%, professore emerito di chimica ambientale e tossicologica alla Saint Lawrence University di Canton (New York), presenta la sua teoria contestualizzando nella realtà savonese e ligure i principi di “rifiuti zero”, recentemente codificati in un documento internazionale nel corso del “5° meeting internazionale di ZWIA (Zero Waste International Alliance).
La questione dello smaltimento di rifiuti è una delle sfide più complesse della nostra epoca. Partiti dalle discariche, passati per gli inceneritori, condizionati dalle proposte di ciclo integrato; molte realtà locali oggi optano per al’esperienza di “zero waste – rifiuti zero”. Lo “zero waste” è un traguardo ambizioso, una strategia ambientale basata sulla considerazione che lo smaltimento dei rifiuti non è un problema tecnologico ma un problema di progettazione industriale e di responsabilità delle comunità sociali, dei produttori e distributori, dei referenti politici. Secondo Connett, se un prodotto non ha altri impieghi oltre a quello iniziale, allora non dove essere realizzato, in sintesi se non può essere ridotto, riusato, riparato, ricostruito, riattato, rivenduto, riciclato o biodegradato, allora dovrà essere ristretto, ridisegnato o rimosso dalla produzione.
Questa filosofia è stata già sposata da grandi colossi economici come la catena di distribuzione americana Wall Mart, Hewlett Packard, l’Apple, la Xerox Corp. Nel caso della Wall Mart l’aver sposato lo zero waste philosophy le garantirà un risparmio pari a 500 milioni di dollari l’anno. In Canada ad esempio l’industria della birra usa contenitori di vetro riutilizzabili da 50 anni, con un recupero del 98% ed usa gli stessi contenitori almeno 18 volte, risparmiandosi un costo industriale, e per il recupero e la pulizia dei contenitori impiega 2000 addetti. Una tale concezione dei rifuti è assolutamente in antitesi con l’utilizzo delle discariche e degli inceneritori di qualsiasi tipo e generazione (dissociatori, gassificatori, torce al plasma, centrali elettriche o cementifici alimentati a rifiuti); rifiuti zero non ammette la produzione di CDR. L’esperienza di città come San Francisco e New York, o come Novara, per restare in Italia, ci dimostrano che la realizzazione di Rifiuti Zero è solo una questione di responsabilità, volontà e cultura. Per raggiungere rifiuti zero nel 2020, avverte Connett, bisogna cominciare da adesso nel modo giusto.
La proposta di Connett per Savona: “raccolta differenziata in crescita continua con separazione dell’umido alla fonte, il residuo non deve sparire all’interno di impianti dove viene trattato tutto insieme, non deve essere bruciato o buttato in discarica: va selezionato e studiato. Piattaforme di selezione vicino alle discariche, impianti di compostaggio collegati alla filiera agricola, centro di ricerca per studiare la composizione del residuo ed individuare materiali e prodotti critici. Al posto di un inceneritore, che fornisce pochi posti di lavoro, meglio attivare tante attività di riciclo, riparazione, riuso. Più lavoro e più tutela dell’ambiente. In tempi di crisi Rifiuti Zero è più che mai un’opportunità”.