Economia

Polo educativo, don Tonino Suetta: “Non è solo per i benestanti”

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[thumb:11663:l]Albenga. E’ arrivata questa mattina in Comune ad Albenga la lettera con la quale la Diocesi di Albenga-Imperia avanza le sue osservazioni e proposte concorrendo, con il Comune stesso, alla formulazione del quesito da sottoporre al Servizio urbanistico della Regione Liguria, per un parere su debenza, circa il contributo concessorio per la realizzazione del nuovo polo scolastico diocesano Redemptoris Mater di Albenga.

“Il permesso di costruire, per i legali della Diocesi di Albenga-Imperia, deve beneficiare dell’esenzione dal pagamento del contributo concessorio, sulla base non solo di tre leggi, ma anche di una sentenza del Tar, secondo cui ‘la realizzazione di un edificio scolastico da parte di un ente ecclesiastico istituzionale dedito ad attività di carattere educativo rientra fra gli interventi in relazione ai quali non è dovuto il pagamento del contributo di concessione, essendo soddisfatti entrambi i presupposti richiesti: quello oggettivo (opera pubblica o di interesse generale), e quello soggettivo (realizzato da parte di enti istituzionalmente competenti)’. Infatti ribadiamo che l’ente ecclesiastico ha, tra i suoi scopi statutari, cioè come funzione istituzionale, anche quello di dedicarsi all’istruzione, attraverso un’offerta che lo stesso Stato riconosce essere parte integrante del sistema nazionale di istruzione”. Con queste parole don Tonino Suetta, direttore dell’Ufficio amministrativo della Diocesi di Albenga-Imperia, commenta l’incontro avvenuto questa mattina nel Comune di Albenga con Danilo Burastero, dirigente dell’area urbanistica, in merito al beneficio dell’esenzione dagli oneri di urbanizzazione negato dal Comune, per il quale viene richiesto all’ufficio legale urbanistico della Regione Liguria un parere tecnico.

“Oltretutto – continua don Tonino Suetta – non va dimenticato che, insieme alla scuola elementare e alla scuola media, nel polo scolastico diocesano c’è pure il Liceo che offre un indirizzo (quello psicopedagogico) non presente su tutto il territorio, per cui, anche sotto tale ulteriore aspetto, è ancor più pregnante la funzione di “servizio pubblico”. Che l’iniziativa non abbia scopo di lucro, al di là del riconoscimento dato dallo Stato con la qualifica di scuola paritaria, emerge anche dai bilanci degli ultimi tre anni dati in visione all’Amministrazione Comunale di Albenga e che presentano un costante passivo. Neppure per questa ragione può dirsi che il pagamento richiesto di una retta possa essere di ostacolo all’esenzione prevista per legge”.

“La curia di Albenga – rispondendo così don Tonino Suetta alle dichiarazioni polemiche rilasciate nei giorni scorsi da alcuni componenti dell’amministrazione comunale – certamente non dimentica l’impegno di questa amministrazione comunale ad aver realizzato una variante urbanistica per il rilascio del permesso di costruzione in via Milano, ricordando però che la stessa amministrazione ha contestualmente impegnato la Diocesi a cedere gratuitamente al Comune un’area di mq 3250 necessaria per completare servizi pubblici di notevole interesse”.

“È falso e gratuito affermare, in merito al polo scolastico diocesano, che ‘le scuole saranno frequentabili solo dai figli dei ricchi, cioè della parte più benestante della città’. In quanto oggettivamente non è così. Basterebbe conoscere le famiglie degli alunni, che vivono nel territorio locale, per rendersi conto che il Centro scolastico diocesano Redemptoris Mater, fedele ai dettami della legge dello Stato che riconosce la scuola paritaria come servizio pubblico, è veramente aperto a tutti i cittadini, con qualunque reddito. Affermare che destinatari del servizio sono solo gli alunni ricchi è offendere non solo il personale docente e non docente impiegato nel centro educativo, ma anche le famiglie le quali, ribadiamo, si rivolgono a questa scuola, prima di tutto perché credono nei valori cristiani e nella libertà dell’istruzione, e che magari anche con sacrifici desiderano assicurare ai loro figli questo tipo di educazione.

“Inoltre nel nostro caso – conclude don Tonino Suetta – non va dimenticato che l’essere scuola paritaria darà diritto a quelle famiglie che ne abbiano i requisiti (per la stessa scuola pubblica) di ottenere o una borsa di studio dalla Regione Liguria di importo pari alla retta, o di beneficare di identico importo in “detrazione” nelle dichiarazioni dei redditi. Attenzione a discriminare le famiglie che iscrivono i propri figli alla scuola paritaria, perché sono persone che, indipendentemente dal reddito, concorrono a rendere possibile un dovere dello Stato verso tutti i cittadini. È indiscutibile infatti che il sistema delle scuole paritarie in Italia in effetti costituisca un’enorme risorsa per lo Stato. Ci pensino bene gli amministratori a negare il ruolo di servizio pubblico alla scuola paritaria, ritenendola un servizio per ricchi. Se tutte le scuole paritarie chiudessero, lo Stato quante risorse impiegherebbe per le strutture e per il personale, dovendo garantire a tutti l’istruzione che è un diritto? Chi sceglie la scuola paritaria se la paga, e in quel caso lo Stato risparmia”