[thumb:9552:l]Provincia. Nelle scuole della provincia di Savona l’adesione allo sciopero nazionale, indetto contro i tagli del governo sugli organici del personale, è stata mediamente del 35%. Non concorre alla statistica il complesso degli istituti di Savona, ieri in festa per la celebrazione patronale. La protesta era indirizzata anche contro la destrutturazione del contratto nazionale e l’accordo separato sul modello contrattuale. Il dato dell’adesione su base regionale, reso noto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, è pari al 20,79%.
Gli aderenti alla Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil chiedono organici stabili e funzionali all’offerta formativa, un piano triennale di assunzioni, il ripristino dei finanziamenti e maggiori tutele per la libertà di insegnamento. Alle 17 di questo pomeriggio, in piazza Sisto IV, la Flc Cgil farà il punto sull’istruzione pubblica incontrando gli studenti, in vista della manifestazione nazionale del 4 aprile al Circo Massimo di Roma.
“Parleremo con i ragazzi, ma senza strumentalizzazioni – precisa Gianni Cazzola, segretario della Flc Cgil Savona – Siamo molto attenti a non fare forzature, ma a spiegare le caratteristiche di questo momento delicato che sta attraversando la scuola italiana. Proseguirà inoltre presso il nostro gazebo in piazza la raccolta di firme tra i docenti per il referendum sull’accordo contrattuale”.
A fare discutere insegnanti e discenti è anche la recente conferma del ministro Mariastella Gelmini sul voto in condotta: anche con un solo 5 i ragazzi non saranno ammessi all’esame di maturità. Per la Gelmini “l’egualitarismo e il livellamento che c’è stato fino ad oggi è figlio della cultura del ’68”. “Non ci sentiamo di potere confermare questo egualitarismo nel futuro – ha dichiarato il ministro – Andiamo verso una scuola in cui ci siano responsabilità e merito”.
Ma insieme alle insufficienze sui registri fioccano anche le polemiche. In alcuni casi, per effetto del ritardo con il quale è stato divulgato il provvedimento, sono state attribuiti votacci in condotta “non dovuti” e le organizzazioni studentesche parlano di scuole in preda alla confusione. “Quella del 5 in condotta che preclude l’esame di maturità è una misura propagandistica – sostiene Gianni Cazzola – che ci vede alquanto perplessi. Non si può certo limitare la libertà di espressione degli studenti o la loro partecipazione ad assemblee e iniziative di mobilitazione”.
“Ci sono sicuramente problemi di gestione dei ragazzi – prosegue il segretario territoriale della Flc Cgil – ma l’insistenza sul voto in condotta è demagogico rispetto a fenomeni davvero problematici come il bullismo, contro i quali non vengono adottati provvedimenti efficaci. Si vuole dare una falsa immagine di severità alle famiglie, quando dietro alle manovre c’è un programma per smantellare la scuola pubblica”.