Cronaca

Nuova Ferrero, gli ex soci parte civile: “Danneggiati per 5 milioni di euro”

Nuova Ferrero

[thumb:11015:l]Altare. Un gruppo di ex soci della Nuova Ferrero di Altare, oggi in liquidazione coatta amministrativa, si sono costituiti parte civile nel processo contro l’ex presidente della cooperativa e revisore dei conti Giorgio Rebella, quilianese, accusato di truffa aggravata e bancarotta fraudolenta. Gli ex soci, difesi dall’avvocato Stefano Marletta del Foro di Genova, lamentano un danno complessivamente patito per oltre 5 milioni di euro.

L’ex dirigente, afferma il legale genovese, “non ha risarcito gli ex soci né proposto di risarcire i danni ingenti che ha provocato alle loro famiglie e precisamente ha la responsabilità di aver fatto perdere definitivamente il lavoro a tutti gli ex soci della cooperativa e averla condotta allo stato di insolvenza, ponendo nella prostrazione i lavoratori e costringendoli a transigere molte controversie”.

Gli ex soci ricordano, in particolare, di aver dovuto subire da parte delle banche 24 cause ordinarie e di esecuzione mobiliare ed immobiliare a causa della fideiussione, prospettata da Rebella, come unico rimedio per salvare i lavoratori. In pratica, il dirigente avrebbe convinto i soci a sottoscrivere una fideiussione per un importo di 1 milione e 600 mila euro, illimitata, con durata di 15 anni, facendoli diventare garanti personali dei debiti che la cooperativa, già nel 2003 in stato di dissesto, aveva accumulato. Una situazione che poi li ha posti nel rischio di perdere tutte le case, prossime ad essere vendute all’asta, e i loro beni, frutto di faticosi risparmi.

Difficilmente gli ex soci potranno ottenere il risarcimento del danno patrimoniale, ma hanno deciso egualmente di procedere – dicono – “per un dovere morale verso la collettività”. Secondo la documentazione prodotta dalla pubblica accusa, nella persona del pm Giovanni Battista Ferro, l’ex presidente della Nuova Ferrero Impianti avrebbe commesso i fatti “con abuso di relazioni di prestazioni d’opera”. Distrazioni di ingenti somme di denaro e registrazione di fatture false sono state ricostruite dalle indagini condotte dalla guardia di finanza. Ma l’imputato (finito agli arresti domiciliari nell’estate del 2007) si è sempre difeso sostenendo di aver sempre agito a favore della cooperativa, pur nelle difficoltà per le adempienze delle altre aziende.