Altre news

Asili nido, il Cav-i: “Informeremo la Corte dei conti”

Eraldo Ciangherotti

[thumb:9772:l]Albenga. “Il Centro aiuto vita ingauno invierà il dossier sulla situazione degli asili nido comunali nella Provincia di Savona alla Corte dei Conti della Liguria, corredato dalle lettere di protesta scritte dalle mamme di diverse città del territorio provinciale”. Ad annunciarlo è il presidente ed animatore del Cav-i, Eraldo Ciangherotti, che poi dichiara: “Chiederemo ai magistrati di tornare a valutare le strutture della provincia. È inaccettabile infatti che negli asili nido comunali non ci sia un protocollo standardizzato sul servizio di assistenza: ogni Comune applica la legge regionale a suo piacimento”.

“Di conseguenza – attacca il presidente di Federvita Liguria – negli asili nido vengono accolti i bimbi, talvolta dal terzo mese di vita, talvolta dal nono o dal dodicesimo o dal quindicesimo, quando non dal diciottesimo e, in alcuni casi, dal ventiquattresimo mese di vita del bambino. Ciò costringe le mamme a usufruire della maternità facoltativa, con riduzione dello stipendio al 30%, per poter accudire i figli”.

“Peraltro la legge – prosegue Ciangherotti – non fa alcuna distinzione tra fasce lattanti, fasce divezzi e fasce vezzi e le graduatorie locali di accesso agli asili nido comunali, generalmente non pubbliche, non si rifanno a criteri oggettivi e stabiliti secondo disposizioni regionali”.

“I Comuni non devono dimenticare l’aiuto alla prima infanzia né si possono costringere le lavoratrici a impegnare un’intero stipendio in costosi servizi di babysitteraggio. L’asilo nido comunale deve diventare un’opportunità accessibile a tutti i genitori che, lavorando, hanno bisogno di sostegno dalle Istituzioni nell’accudimento dei bimbi”.

“Ad Albenga – conclude il presidente del Cav-i – già più volte ci eravamo rivolti al sindaco Antonello Tabbò e all’assessore ai servizi sociali del Comune, Alfonso Salata, sostenendo che le famiglie hanno bisogno di essere aiutate e non possono essere colpite da ingiusti salassi. Non si doveva aumentare da 220 euro a 250 euro la retta mensile all’asilo nido comunale ‘Roberto Di Ferro’ in un momento di così grande crisi economica, né si doveva ridurre i posti da 65 a 54, perchè nel febbraio 2008 un dipendente si era volontariamente licenziato e non si intendeva sostituirlo”.