Cronaca

Laigueglia, blitz nel “Santuario” delle prostitute

Polizia - Questura

[thumb:10501:l]Laigueglia. Blitz questa notte nel night club “Crazy Love” di Laigueglia. Gli agenti della polizia di Stato hanno chiuso il locale, noto anche come “Santuario” o “Club de Nuit”, arrestando i due gestori. In manette sono finiti Pierino Squadrin, di 59 anni, albenganese residente a Testico, e Marco Lotito, di 43, torinese domiciliato ad Andora, che tenevano le fila delle serate a luci rosse all’interno del seminterrato sull’Aurelia fronte mare, nella zona a ponente del borgo marinaro.

All’interno del locale si prostituivano ragazze in numero variabile, a seconda di partenze, rientri e nuovi arrivi, da una dozzina a una quindicina. I clienti contrattavano le prestazioni che andavano dai 200 ai 300 euro (100 euro dei quali spettavano di regola al locale) e avevano due opzioni: uscire con le squillo per appartarsi in hotel “convenzionati” di Alassio oppure consumare il rapporto all’interno di un mini-stanzino al piano superiore. I più facoltosi accompagnavano le giovani fuori, negli alberghi, mentre più a buon mercato si poteva strappare un'”ora di piacere” nell’angusto corridoio buio dotato di una panca.

Proprio nello stanzino, al momento dell’irruzione, i poliziotti hanno sorpreso un camionista straniero di 45 anni in atteggiamento inequivocabile con una ragazza. All’interno del locale, all’arrivo della polizia, c’erano cinque giovani donne in abiti succinti. Una di loro, M.T., di 31 anni, romena, è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento. Con sé aveva 200 euro, provento degli incontri carnali, che sono stati sequestrati insieme a 350 euro trovati nella cassa del night.

Le prostitute provenivano generalmente dell’Est Europa, secondo un giro al vaglio degli investigatori. Non praticavano spettacoli di lap dance o privati se non occasionalmente, in quanto la loro funzione principale era quella di intrattenere gli avventori con bevute e chiacchierate per poi vendere il proprio corpo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le ragazze accettavano perfino rapporti sessuali non protetti.

Gli agenti della squadra mobile della polizia hanno sviluppato l’indagine nel corso di un mese di accertamenti, servendosi anche di telecamere e intercettazioni. Sono stati inoltre impiegati infiltrati per verificare il funzionamento dell’attività di prostituzione e le dinamiche dei rapporti tra sfruttatori, meretrici e clienti. Questi ultimi non rischiano nessuna “disonorevole” passerella in Questura per eventuali testimonianze, in quanto gli investigatori possono contare sul materiale audio-visivo delle registrazioni ambientali che documenta la vita notturna del locale.