[thumb:10734:l]Ceriale. Sarà sottoposto ad un esame autoptico presso l’acquario di Genova l’esemplare di zifio, chiamato anche “balena dal becco d’oca”, trovato ieri alla foce del rio Torsero. Massimiliano Rosso, biologo marino dell’Università di Genova, spiega ad IVG.it le caratteristiche di questa specie: “Lo zifio viene definito uno degli ultimi misteri viventi del Mediterraneo essendo, in assoluto, uno tra animali meno conosciuti al mondo. Poco o nulla si conosce di questa balena che, fino agli anni Sessanta del secolo appena trascorso, veniva considerata addirittura assente nell’intero Mediterraneo. Nonostante le ragguardevoli dimensioni, raggiungendo i 7 metri di lunghezza e le 3,5 tonnellate di peso, l’avvistamento in mare di questi animali è estremamente complesso: gli zifi hanno un comportamento particolarmente timido ed elusivo; quando riemergono in superficie, per respirare, mostrando solo una piccola porzione del loro corpo, risultando poco visibili”.
Lo zifio (Ziphius cavirostris) è una specie protetta a livello internazionale ma recenti spiaggiamenti di massa – in Grecia, Bahamas e Canarie – hanno posto in risalto come questo animale possa essere estremamente vulnerabile e fortemente sensibile all’utilizzo di particolari sonar, low frequency active sonar (LAFS), utilizzati dalle marine militari. “Comunque lo spiaggiamento di ieri non è dovuto ai sonar – precisa il bilogo – Quando lo spiaggiamento è dovuto ai sonar, spiaggiano molti esemplari contemporaneamente. In questo caso si è trattato di un unico esemplare probabilmente malato. L’esemplare spiaggiato era un maschio adulto (nonostante mi siano giunte voci che sia stato classificato come femmina) in quanto solo i maschi adulti hanno due zanne all’apice della mandibola inferiore che usano per combattere, tra maschi, per il dominio delle femmine”.
[image:10729:r]L’esemplare insabbiato ieri sulla spiaggia cerialese raggiungeva i cinque metri di lunghezza, per due tonnellate circa di peso. “Questa specie, oltre ad un profilo emerso difficilmente individuabile, presenta un comportamento alimentare che la rende ancora più difficile da studiare – sottolinea Massimiliano Rosso, che svolge ricerche anche in Canada – Gli zifi si nutrono di calamari di profondità, compiendo lunghe e profonde immersioni intervallate solo da brevissimi periodi di superficie”.
Le immersioni profonde di questi cetacei possono durare anche più di 90 minuti e raggiungere i 2000 metri di profondità. Dal 2003 il DIBO e la Fondazione CIMA – Università di Genova hanno lanciato una campagna di studio su questa specie, coordinata proprio dal biologo Massimiliano Rosso. Gli studiosi hanno identificato e fotografato più di un centinaio di esemplari nelle acque liguri realizzando il database più grande esistente nell’intero Mediterraneo.



