Economia

Bonus famiglia, Caf savonesi: “Regna la confusione”

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[thumb:441:l]Savona. Anche a Savona l’intricata normativa sul bonus famiglia messo a punto dal governo con il piano anticrisi registra una serie di conseguenze distorte. Famiglie con disabili che rischiano di aver perso l’occasione di un rinforzo economico, lavoratori precari che potrebbero ricevere l’aiuto soltanto fra due anni, dipendenti alle prese con i grovigli burocratici e soprattutto, tra i richiedenti, una disinformazione generalizzata.

Il Caf delle Acli, in piazza Marconi a Savona, dai primi di gennaio ha già elaborato circa 1500 moduli di richiesta raccolti dalle sedi di tutta la provincia. Mentre nei centri di assistenza fiscale arrivano molti “sconosciuti”, persone cioè che entrano per la prima volta nei Caf (facile dedurre quindi che rientrano nella fascia degli incapienti, coloro che hanno un reddito così basso da non dover presentare la dichiarazione dei redditi), la normativa contorta mostra i suoi effetti altrettanto complicati.

Il bonus famiglia prevede aiuti alle famiglie che variano da 200 a 1.000 euro a seconda del reddito e delle persone che compongono il nucleo familiare. Gli anni d’imposta che possono essere presi a riferimento sono il 2007 e il 2008. Nel primo caso il termine entro cui presentare la domanda al datore di lavoro (se è sostituto d’imposta) o all’ente che eroga la pensione è il 28 febbraio. Mentre per chi sceglie come anno di riferimento il 2008 le domande devono essere inviate al datore di lavoro o all’ente pensionistico entro il 31 marzo.

Il bonus parte da 200 euro per i pensionati unici componenti del nucleo familiare con reddito non superiore a 15.000 euro. Trecento euro invece sono previsti per i nuclei familiari composti da due persone con reddito complessivo di 17.000 euro. Le famiglie con tre persone e 17.000 euro di reddito hanno diritto a 450 euro mentre i nuclei di 4 persone e con reddito pari a 20.000 euro avranno un bonus di 500 euro. Se i componenti sono 5 con lo stesso reddito si ha diritto a un assegno di 600 euro. Infine 1.000 euro andranno alle famiglie con più di 5 persone che hanno un reddito non superiore a 22.000 euro, per i nuclei con portatori di handicap il reddito può arrivare fino a 35.000 euro.

Vicenzo De Lorenzo, referente per il Caf savonese dell’Acli, spiega: “Soltanto una settimana fa l’Agenzia delle Entrate ha diramato una circolare che interpreta in senso più aperto la regolamentazione, prima più restrittiva, del bonus per i disabili: prima si parlava soltanto di figli portatori di handicap, ora invece l’agevolazione è ammissibile a prescindere dal tipo di familiare a carico con disabilità. Questo aggiornamento ha cambiato le carte in tavola quando già diverse persone avevano compilato la domanda, con il risultato che qualcuno ha sicuramente perso l’occasione di accedere all’aiuto”.

E’ mancata un’informazione in grado di aiutare famiglie e singoli a capire bene come muoversi per presentare la domanda. Proprio per questo i Caf assieme ai sindacati stanno pensando ad una campagna di comunicazione mirata per sensibilizzare, soprattutto, quanti pur avendo i requisiti non ancora si sono attivati per ottenere il bonus. “Regna molta confusione sui propri diritti per accedere al bonus – conferma De Lorenzo – La maggioranza delle persone che si sono rivolte al nostro centro sono pensionati. L’esperienza ha dimostrato che gli utenti sono poco edotti sulle possibilità del bonus. Stiamo pensando di fare opera di informazione soprattutto per le famiglie con disabili che hanno perso l’opportunità di inoltrare la domanda per il cambio di registro dell’intepretazione legislativa”.

De Lorenzo sottolinea un altro degli aspetti della disciplina normativa: “I dipendenti devono portare la documentazione al proprio datore di lavoro, non possono quindi ottenere da parte nostra l’invio telematico. Ma se il datore di lavoro non svolge il ruolo di sostituto d’imposta, dovranno inviare loro stessi la richiesta per via telematica direttamente all’Agenzia delle Entrate entro il 30 aprile (se hanno scelto come riferimento il 2007) ed entro il 30 giugno (se hanno scelto il 2008). Considerata la precarizzazione che distingue il mondo di oggi, nel frattempo il lavoratore potrebbe non avere più un datore di lavoro: questo produrrebbe intoppi burocratici e uno slittamento nell’erogazione della somma, che potrebbe arrivare persino dopo due anni”.

“C’è da dire poi – aggiunge – che se il datore di lavoro ha carenza di capitale fiscale, deve comunicare ai suoi dipendenti che non è in grado di fare da sostituto d’imposta, inducendoli a fare da sé l’inoltro della documentazione. E questo è un caso tipico del nostro tessuto economico provinciale, che vede quindi penalizzati i dipendenti delle piccole aziende. Insomma, uno sforzo contornato dalla confusione che spesso si traduce in neanche 20 euro al mese. Qualcuno è venuto da noi convinto che le cifre da 200 a 1.000 euro fossero mensili, non annuali”.

Così Vilma Meruzzi, responsabile del Caaf Cisl di Savona: “L’informazione sul tema dei bonus familiari è scarsa e parziale, in particolare c’è molto caos sulla percezione dei differenti bonus. Molti cercano di capire a che cosa hanno diritto, ma poi si accorgono di non avere i requisiti per fare le richieste. Il 40% degli utenti che desiderano informazioni sul bonus, poi in realtà non rientrano tra gli aventi diritto. Alcuni, fra l’altro, si accontentano della social card senza sapere che possono anche accedere, in più, anche al bonus”.

“I chiarimenti sull’intepretazione della legge arrivano solo adesso – afferma Vilma Meruzzi – Fino all’altro giorno sembrava che fossero rimodulate le fasce. Se ci sono stati errori di interpretazione, poi è impossibile richiamare le persone che ormai sanno di non rientrare tra coloro che possono avere l’agevolazione. Senza contare tutte le differenziazioni: tra sigle, pensionati, dipendenti”. “Dalla parte dei cittadini c’è un senso di confusione – conclude – e a questo corrisponde la gestione complicata delle pratiche”.