Ai Sacerdoti ed ai Fedeli della diocesi di Albenga-Imperia chiedo di voler vivere con particolare attenzione questi due momenti così significativi per la vita pastorale, per la missione che in ogni momento la Chiesa è chiamata ad adempiere- queste il messaggio che Sua Eccellenza Monsignor Mario Oliveri, vescovo della Diocesi di Albenga e Imperia, ha rivolto ai fedeli e ai sacerdoti in occasione della 31esima Giornata della Vita che si terrà il prossimo 1 febbraio.
La Chiesa quando affronta un discorso sulla vita, quando vuole promuovere il rispetto assoluto di ogni vita umana, in qualsiasi condizione essa si trovi (di fragilità, di sofferenza, di sviluppo, nel suo nascere, come nella sua crescita e nel suo declino e nella sua conclusione in questo mondo),si lascia guidare da una visione che è necessariamente radicata sicuramente su di un sano ragionamento dell’umana intelligenza, ma illuminato dalla luce della Divina Rivelazione, illuminato dalla certezza che su ogni vita umana Dio ha un progetto che non può realizzarsi – se non incompiutamente, se non in germe – dentro lo scorrere del tempo e dentro i limiti del mondo visibile.
Ma ancor più la Chiesa è guidata dalla conoscenza, di ragione e di fede, che la vita ha la sua origine da Dio ed il suo fine ultimo soltanto in Dio. È questo il motivo – cioè l’origine divina della vita – per cui non v’è esitazione nell’affermare e nel sostenere – lo ripeto: con argomenti di ragione e di fede – che nessuno può disporre della vita a suo piacimento; nessuno può disporre della propria e della altrui vita, poiché non è all’origine della propria e dell’altrui vita. L’assoluta indisponibilità della propria vita si fonda dunque su una verità che è raggiungibile da un sano ragionamento dell’intelligenza (chi potrebbe ragionevolmente sostenere che l’uomo è la causa ultima del proprio essere?), ma è bene non dimenticare che spesso il sano ragionamento è offuscato da tutto ciò cha appartiene alla natura umana ferita dal peccato, è offuscato da una volontà che si lascia attirare spesso da ciò che non è il bene.
Ecco perché la Chiesa ricorda sempre ai suoi figli – ha affermato l’alto prelato – che per ben ragionare sulle cose che riguardano Dio e tutto ciò che dipende direttamente da Lui (come l’origine della vita ed il suo fine ultimo) è necessario avvalersi della luce della Divina Rivelazione, è necessario lasciarsi condurre da quella luce che deriva da una adesione di fede a Dio che ci parla, che ci fa conoscere con certezza le insondabili verità del suo Essere e del Mistero della Salvezza, ma anche ciò che riguarda la creazione, chi è davvero l’uomo, a che cosa egli è chiamato, come accostare nel modo giusto tutto ciò che riguarda il mistero della vita umana.
Rientra perfettamente nella missione di chiunque è chiamato ad evangelizzare illuminare non soltanto i figli della Chiesa, ma anche coloro che non vogliono (sperando che giunga il momento in cui lo vogliano) lasciarsi abbracciare dall’amore materno della Chiesa, che è il sacramento dell’amore di Dio. Le due Giornate debbono innanzitutto ravvivare la nostra volontà di evangelizzazione, ben sapendo che da una giusta visione del mistero della vita, e dalla conoscenza sicura della verità, dipende poi il muoversi in modo da promuovere quell’assoluto rispetto e quel vero amore che è dovuto ad ogni vita umana.
Le Giornate debbono ravvivare ciò che sempre dobbiamo e vogliamo compiere. Dio ci doni grazia affinché possiamo far nascere e crescere una “cultura della vita” che sia conforme al Mistero della sua Creazione ed al Mistero della Redenzione, che avviene nel Cristo e per mezzo del Cristo, il suo Eterno Figlio fatto Uomo.
Mons. Mario Oliveri, Vescovo della diocesi di Albenga-Imperia