Cronaca

Diossina nelle carni suine: nullo il rischio nel Savonese

Maiali

[thumb:9934:l]Savona. Nonostante il livello di esposizione dell’Italia al rischio dal consumo di carni suine irlandesi contaminate da diossina sia considerato estremamente basso per le esigue quantità di carni importate direttamente dall’Irlanda, l’identificazione di tutte le partite introdotte dal 1° settembre 2008 disposto dalle autorità sanitarie europee e dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sta impegnando il Servizio Veterinario dell’Asl 2 in un programma di controlli straordinari negli stabilimenti di lavorazione, nei depositi all’ingrosso e nei grandi centri commerciali presenti sul territorio.

Ad oggi i controlli, effettuati sulla base della documentazione accompagnatoria e dei marchi di identificazione apposti per obbligo normativo sulle carni, hanno escluso la presenza sul mercato del territorio provinciale di carni suine di provenienza irlandese. Inoltre, delle 89 partite di carni suine irlandesi introdotte in Italia dal 1° settembre e segnalate dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, nessuna è stata indirizzata direttamente a stabilimenti del territorio savonese.

Il livello di attenzione resta comunque alto e l’evoluzione dell’allerta internazionale viene seguita con costante puntualità perché alcune delle partite contaminate ed introdotte potrebbero già essere state trasformate da ditte italiane in prodotti di salumeria oggetto di successiva commercializzazione.

Poiché tra i contaminanti le diossine sono da anni al centro delle preoccupazioni dei consumatori e delle autorità sanitarie, per le gravi e molteplici ripercussioni sull’ambiente e sulla salute, a far data dall’anno 2003 il Servizio Veterinario dell’Asl 2 Savonese, in collaborazione con il laboratorio di Genova dell’Arpal, ha attivato un piano permanente di sorveglianza sui livelli di contaminazione delle produzioni agroalimentari locali: ad oggi tutti i campioni di mangimi, carni, latte e prodotti della pesca, prelevati con cadenza annuale, sono stati processati con esito costantemente favorevole a testimonianza di un rischio ambientale estremamente ridotto, se non nullo, nonostante il territorio savonese sia caratterizzato da una forte antropizzazione e dalla presenze di aree industriali potenzialmente inquinanti.