L’assessore regionale Ruggeri: “Per garantire il paesaggio ridurre il divario tra costa e entroterra”

Ruggeri

[thumb:9627:l]Regione. Nel 2006 la Liguria si è collocata all’ultimo posto, tra le regioni italiane, per numero di nuovi fabbricati residenziali costruiti in rapporto agli abitanti: 642 metri cubi ogni 1000 residenti, un valore diminuito ulteriormente rispetto al 2004 quando si attestava a 727,33 metri cubi. La regione è infatti passata dal quart’ultimo posto occupato nel 2004 in rapporto alle altre regioni italiane per nuove volumetrie costruite (1.147.350 metri cubi) al terz’ultimo del 2006 con 1.033.704 metri cubi di nuove costruzioni, diminuendo ulteriormente il numero di nuovi fabbricati costruiti.

Dal confronto con le altre regioni nel periodo 2004-2006 emerge che è la Lombardia in testa alla classifica per numero di fabbricati residenziali nuovi in rapporto alla superficie totale del territorio con 956,01 mc per chilometro quadrato e la Liguria al sest’ultimo posto con 211,77 mc/kmq. Nel 2006 è la Lombardia ancora al primo posto con 989,32 mc per Km quadrato e la Liguria scende al quint’ultimo posto con 190,79 mc/Kmq.

Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso del Meeting della Regione sul paesaggio in svolgimento fino a sabato 15 novembre all’Archivio di Stato nel complesso monumentale di Sant’Ignazio, in via Santa Chiara a Genova. Il convegno organizzato dal Dipartimento Pianificazione Territoriale che fa capo all’assessorato all’Urbanistica ha voluto analizzare il territorio ligure in rapporto alla ricerca di un equilibrio tra le esigenze dello sviluppo economico e le condizioni dettate dalla peculiare delicatezza del paesaggio di Liguria.

Dal risultato di questa azione dipende in gran parte l’immagine stessa della regione, così come percepita dai turisti e dai cittadini. Per quanto riguarda la superficie urbanizzata sul totale del territorio la Liguria risulta in linea con il resto d’Italia con il 4,9% a fronte di una media italiana del 4,7%. Ma il territorio ligure offre differenti anomalie. A cominciare dalla superficie boscata che, se nella media nazionale è pari al 42,1%, per la Liguria risulta il 78,9%.

Mentre le aree pianeggianti di fondovalle e costiere rappresentano appena il 5,78% del totale della superficie del territorio. In pratica il 91% dei residenti occupa il 5% del territorio e circa l’80% del territorio presenta una densità inferiore ai 20 abitanti per chilometro quadrato, ospitando solo poco più dell’1% della popolazione, mentre la popolazione dei 63 Comuni costieri è pari all’80% del totale.

Da questi dati emerge dunque la distanza che ancora intercorre tra territorio costiero e entroterra. L’entroterra ligure è interessato da un fenomeno di ripresa e ritorno all’attività agricola e turistica che va incrementato con un intervento strategico per eliminare le aree di abbandono e la scarsità di risorse. Una differenza non geografica, ma economica in quanto i Comuni costieri traggono dalle attività di trasformazione del territorio e dalle tasse sugli immobili una parte significativa delle loro risorse, con il conseguente e progressivo divario nella capacità economica tra Comuni della costa e dell’entroterra.

Dai dati raccolti dal Dipartimento dell’Urbanistica attraverso l’agenzia del territorio emerge come siano tutti costieri i primi 10 Comuni liguri per valore immobiliare. Con al primo posto Portofino (11.030 euro al mq) seguita da Finale Ligure (8.860 euro/mq), Alassio (8.630 euro/mq), Santa Margherita Ligure (8.200 euro/mq), Camogli (8.60 euro/mq), Loano (7.200 euro/mq), Diano marina (6.500 euro/mq), Ceriale (5.920 euro/mq), Varazze (5.800 euro/mq) e Andora (5.750 euro/mq). E i proventi derivanti dal gettito di oneri e tasse per nuove costruzioni per i 63 Comuni della costa ammontino a 55.571.019 pari al 75,87% del gettito complessivo, lasciando 17.671.522 euro, pari al 24,13% ai restanti 172 Comuni.

Ai primi posti in Liguria tra i Comuni con i maggiori proventi derivanti dagli oneri per nuove costruzioni figurano: Toirano, Castellano, San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al Mare, Spotorno, Leivi, Villanova d’Albenga, Bordighera, Alassio, Vezzi Portio, mentre gli ultimi dieci risultano: Airole, Bormida, Cosio d’Arroscia, Valbrevenna, Testico, Carro, Lorsica, Triora, Vendone, Armo tutti Comuni dell’entroterra.

“Garantire la salvaguardia dell’ambiente in Liguria significa dunque ridurre anche il divario tra costa e entroterra attraverso, da un lato la valorizzazione del sistema dei parchi e delle areee protette e dall’altro la riduzione della pressione immobiliare sulla costa – osserva l’assessore regionale all’urbanistica Carlo Ruggeri – Dal canto suo la Regione Liguria nell’esaminare gli ultimi 7 PUC (Piani urbanistici della costa) provenienti dai Comuni della Provincia di Savona ha ammesso solo 688.735 mc, su un ammontare complessivo di 1.122.485 metri cubi richiesti. Così come per quanto riguarda i posti barca previsti dal Piano territoriale di coordinamento della costa approvato nel 2000, con validità 10 anni, l’incremento ammesso è stato di 7.500 a fronte dei 10.000 posti barca previsti”.

“La Regione – prosegue Ruggeri – è inoltre pronta a varare nuove misure di tutela e valorizzazione del territorio, a seguito dell’aggiornamento del Piano territoriale di coordinamento paesistico che passerà in giunta entro l’anno che si prefigge di rafforzare i vincoli lungo la fascia costiera e dell’approvazione del Piano territoriale regionale, strumento di pianificazione della Regione, pronto ad essere approvato dalla Giunta regionale, che ha introdotto il concetto di demanio dei valori e si prefigge di valorizzare il riuso a fini ambientali del territorio attraverso progetti come il ripascimento delle spiagge, la valorizzazione dell’aurelia, la realizzazione dei parchi costieri e delle piste ciclabili con il riuso delle aree dimesse delle ferrovie, la valorizzazione dell’alta via dei monti liguri e la fruizione del sistema delle aree parco regionali”.