“Dietro le Quinte” mostra l’opposizione dei giornalisti alla “Legge bavaglio”

Savona. L’associazione savonese “Dietro le Quinte” ha raccolto in una serie di interviste l’opposizione dei giornalisti al disegno di legge sulle intercettazioni. I vari contributi sono stati rilasciati da operatori dell’informazione appartenenti a testate differenti e di diverso orientamento, spaziando dalla Rai a Mediaset, da Il Giornale a L’Unità, dal Corriere della Sera a La Repubblica.

Laura Verlicchi, Guido Besana, Mimmo Lombezzi, Maxia Zandonai, Pino Nicotri, Rosi Brandi, Marco Travaglio e Massimo Alberizzi raccontano lo stato di salute dell’informazione in Italia e spiegano la loro contrarietà al provvedimento, ribattezzato “Legge bavaglio”. In particolare, sostengono gli organizzatori, con il nuovo disegno di legge il giornalista che farà il suo dovere, e cioè raccontare la verità, rischierà di trovarsi censurato oppure di finire in galera, un cambio epocale da “professione reporter” a “professione riporter”.

Ciascun intervistato mostra come molti scandali italiani siano venuti alla luce solo grazie alle intercettazioni: dai rapporti tra Agostino Saccà e Silvio Berlusconi al caso di Emanuela Orlandi, dal crack Parmalat alla clinica degli orrori milanese Santa Rita, dai generi alimentari scaduti al traffico d’armi.

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